L’ Aspromonte è una terra satura di storia. Le piogge di vicende che hanno bagnato le sue terrazze solitarie e le sue vette selvagge hanno intrappolato, dentro una corrugata composizione naturalistica, paesaggi onirici di inimitabile bellezza. Un’estetica tra natura e cultura che ha affascinato i cuori e accompagnato le parole di Norman Douglas e Edwar Lear e che oggi, alimenta la speranza dei calabresi. L’asprezza dei suoi lineamenti ben descritta da Douglas è anche il teatro dove profumi, aromi e saperi tipici caratterizzano un’ecologia dei sapori irripetibile. Una catena sontuosa di peculiarità storiche, artistiche e linguistiche fa da sfondo a tradizioni culinarie che coinvolgono aree geografiche differenti disegnando armonie enogastronomiche protagoniste di un’attuale riscoperte e valorizzazione.
L’ amore per la propria terra diviene segno di umana fatica e di un radicamento tuttavia ad un evitabile progresso che diviene scommessa e riscatto attraverso la valorizzazione e la promozione delle competenze, delle memorie e delle biografie individuali.